Alla Maniera Italiana | quartetto d'archi - string quartet
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FRANCESCO PASQUALE RICCI



IL COMPOSITORE

Francesco Pasquale Ricci (Como, 17 maggio 1732; Loveno di Menaggio, Como, 7 novembre 1817) ben sintetizza la figura del violinista-compositore lombardo del XVIII sec.
Il musicista, di famiglia benestante originaria del lariano, dopo essere entrato nell’ordine francescano dei Frati Minori tra il 1755 e il 1757, si formò a Milano, capitale politica e culturale della Lombardia asburgica, con Giuseppe Vignati, maestro di cappella del Regio Ducal Teatro. Dopo il soggiorno milanese, nel 1759, Ricci venne nominato maestro di cappella e organista della Cattedrale di Como: incarico che non gli impedì di mantenere rapporti con le famiglie aristocratiche del capoluogo lombardo, in veste di didatta, compositore ed esecutore, e in seguito, tra il 1764 e il 1780, di viaggiare per ben diciassette anni attraverso l'Europa, toccando le principali tappe del Gran Tour.
Partito in compagnia dell'amico e violoncellista Francesco Zappa alla volta di Dresda, dopo aver tenuto concerti in Germania, Olanda e Belgio, si stabilì infine a L'Aia, collaborando come maestro ospite alle attività musicali di corte e guadagnandosi la stima e la protezione di figure influenti.
Tra il 1760 e '70 videro la luce una serie di sue opere a stampa, tra cui sinfonie, trii d'archi, quartetti e sonate. Occasionali trasferte a Parigi, Vienna e soprattutto Londra consolidarono la sua fama internazionale, anche attraverso riedizioni delle sue composizioni.
Proprio il soggiorno londinese del 1767, tappa finale di una tournée con lo stesso Zappa, segnò un momento apicale della sua carriera: a questo periodo risalgono infatti la sua Sinfonia concertante (la prima composizione ad essere pubblicata con questo titolo) e il Dies Irae, che lo rese particolarmente celebre e apprezzato tra i contemporanei. Intorno al 1778, tuttavia, le autorità del Duomo di Como iniziarono ad esercitare pressioni perché il maestro di cappella, sostituito pro tempore da Tommaso Gilardoni (†1779), ritornasse stabilmente in sede: richiesta che il musicista riuscì a procrastinare fino al 1780, grazie all’intercessione del barone von Reischach, ambasciatore all’Aia di Giuseppe II. Non potendo più sottrarsi alle stringenti richieste, Ricci fu infine costretto a rientrare in patria, stabilendosi definitivamente nel comasco: le condizioni di salute e la mutata situazione politica, con la guerra tra Inghilterra e Olanda in corso (1780-1784), fecero desistere il compositore dai propositi di nuovi viaggi sino alla morte.

I TESTIMONI

La raccolta di sei Quartetti è attestata in due edizioni a stampa (Markordt e Welcker) e riporta il numero d’opera VIII. I Quartetti vanno dunque a collocarsi in una posizione di rilievo nel catalogo del compositore, situandosi tra il Dies irae op. VII e le Sinfonie Concertanti op. IX.
L'esistenza di due edizioni si giustifica per via della collaborazione di Ricci con l’incisore Anton Stechwey, operante all’Aja, al quale si devono le prime lastre per la stampa, successivamente vendute a diversi stampatori. L'agenzia gestita da Sigfried Markordt (Hannover 1720 - Amsterdam, 1781) era certamente più piccola di quella di Johann Julius Hummel, di cui per esempio Ricci si era avvalso per la sua opera prima (Sei Trio per due violini e violoncello obligato [...] op.III [1765]) e per la prima raccolta di Sei Sinfonie op. II: nel 1769 Markordt aveva ad esempio pubblicato le Sei Sinfonie a otto di J.C. Bach. D'altra parte, anche i Welcker - prima il padre Peter e successivamente alla morte di questi, nel 1775, il figlio John - erano particolarmente attivi a Londra come venditori di musica, incisori, stampatori ed editori e il loro catalogo includeva, oltre al già citato J.C. Bach, diversi Mannheimer, compositori di area milanese, ecc...
Dei Quartetti op. VIII sono tramandate anche delle versioni manoscritte. Si tratta di testimoni incompleti presso Prämonstratenser-Stift, Musiksammlung, 58 a Schlägl (A-SCH); la Staatsbibliothek di Berlino (Mus. Ms 18431); il Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna (Coll. II. 267) e infine l’Universitetsbibliotek di Uppsala (Instr. mus. i hs. 74:1).
La dedicataria dell'opera è la baronessa Catharina Lucia van Lijnden, come recita il frontespizio dell'edizione Markordt, riportando anche informazioni sulla destinazione di tale repertorio, ossia le "accademie di campagna" dell'"onestissima dama", entrata in contatto con Ricci attorno al 1768. Da questa ed altre circostanze storiografiche, corroborate da osservazioni stilistiche -l’ordine dei tre movimenti, che predilige il lento in prima e terza posizione; la tonalità, fissa a meno di slittamenti di modo, il basso con funzione prevalentemente armonica - i Quartetti potrebbero probabilmente risalire alla fine degli anni '60 del Settecento.

Approfondimento a cura di Silvia Del Zoppo.





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